Evento MPI: tra bellezza, sostenibilità e inclusione
Il 16 dicembre scorso si è tenuto all’Eco StarHotels di Milano l’evento organizzato da MPI Italia (Meeting Professionals International) sul tema “Bellezza, sostenibilità e inclusione: tre anelli di una stessa catena”. Sul palco c’eravamo anche noi.
Il nostro boss Stefano Saladino ha vestito i panni di moderatore e quelli di speaker. Ha aperto in grande stile un dialogo interessante e appassionato. Competenza, visioni, sinergie; quella voglia di un futuro migliore, ci ha portato a sforare i tempi, ritardando il tanto atteso momento dell’aperitivo networking.
Perché bellezza, sostenibilità e inclusione sono tre anelli di una stessa catena?
Scopriamolo insieme.
Che cosa ti viene in mente se ti dico catena?
La catena è un insieme di anelli, uniti gli uni agli altri per dare vita a un oggetto resistente. Per esempio una catena di ferro. Ma andiamo oltre. La catena è anche il simbolo di unione, forza, interdipendenza.
Immaginati ora una catena fatta da tre anelli che si chiamano bellezza, sostenibilità e inclusione. Ognuno ha un suo significato specifico, una sua funzione specifica. Legati insieme diventano però un sistema più forte, in grado di impattare esponenzialmente di più, rispetto al singolo anello isolato.
Ce lo hanno dimostrato sapientemente gli speaker che sono saliti sul palco dopo i doverosi e sentiti saluti di benvenuto di Giuseppina Cardinale, presidente MPI Italia e Marco Pratolongo, GM del cluster Starhotels Echo-Anderson e Ritz di Milano.
Claudio Nelli (Marketing Manager Starhotels Milano) ha raccontato il progetto “La grande Bellezza” di Eco Starhotels Milano, a sostegno dell’artigianato come simbolo dell’eccellenza italiana. Le sue parole ci hanno fatto capire che la bellezza non è una cosa per pochi, ma il risultato di azioni che richiedono impegno e cura. È garantire la stessa dignità a un giardino pubblico della periferia come a quello del centro città. Una bellezza lontana dal luccichio e dall’estetica, ma più vicina alla sostenibilità e all’inclusione ambientale.
Per fare inclusione serve lavorare dal basso e dall’interno, come ci dice Luciana De Laurentiis (Head of Corporate Culture & Inclusion Fastweb). le aziende non sono più solo luoghi dove si lavora e si porta a casa lo stipendio, ma fucine di idee, innovazione e cultura inclusiva. Per farlo è necessario coinvolgere tutti gli stakeholder, partendo dai dipendenti, attraverso un immaginario, un linguaggio e attività a loro vicine, che sentono nelle loro corde e che hanno più interesse e facilità a condividere all’esterno e a farle diventare azioni virtuose per tutta la società e il territorio.
Anche questa è sostenibilità.
Animato dalla passione per l’argomento, ci ha parlato di sostenibilità Federico Rossi (Head of Strategy Sintesi Factory). Non c’è più tempo da perdere con il greenwashing e il pinkwashing, c’è da agire un nuovo modello di business, di sviluppo.
Allora, viene spontaneo chiedersi, chi ci aiuterà a guardare queste tre dimensioni come anelli d’una catena che ci lega al futuro?
Di sicuro le istituzioni, come il sistema politico e quello scolastico, ma anche imprese.
Non è il profitto che fa il purpose, ma il purpose che fa il profitto.
Oggi le aziende sono chiamate a diventare luoghi che producono cultura per diffondere al suo interno e ai vari stakeholder, un business etico in cui bellezza, sostenibilità e inclusione possono unirsi, appunto come anelli di una stessa catena di valore.